Pensando

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Libera di Essere

lunedì 4 febbraio 2013

Femminicidio e una parte di me

Quando apriva la porta di casa la prima cosa che faceva era passare il dito sullo stipite della porta del salotto per vedere se c'era polvere, entrato in cucina si sedeva e mentre io mettevo il piatto in tavola, lui non mangiava ma si abbassava e col dito passava il pavimento per vedere se era stato lavato. Il sabato mi costringeva ad alzarmi alle sette del mattino e mentre lui si preparava ad imbellettarsi e uscire con gli amici io dovevo pulire tutta la casa iniziando dai tappeti, puliti rigorosamente in ginocchio e aspirati col bocchettone dell'aspirapolvere e due volte a settimana puliti con spazzola e ammoniaca.
Quando mi guardava aveva un sussulto e diceva:"mio dio che spavento, sei davvero brutta".

Il giorno che ho perso il lavoro questo stillicidio di violenza si è aggravata con il mantenimento. Quando si andava a fare la spesa si comprava solo quello che piaceva a lui e i dolci che facevano tanto bene alla sua virilità (scarsa, davvero scarsa). Ha iniziato a farmi dormire in salotto, a negarmi le sigarette, io non producevo e quindi non dovevo pretendere, bastava che mangiassi. Il sabato e la domenica andava a passeggio con amici e fratelli, puntualmente mi telefonava a ora di pranzo dicendomi di aggiungere un altro piatto perchè suo fratello sarebbe stato nostro ospite e non importa se avevo già cucinato, dovevo rifare quello che piaceva a loro.
 Quando lavoravo era il mo stipendio che si usava e quando i soldi erano finiti iniziava la solfa delle mie mani bucate e se si andava a mangiare la pizza e pagava lui, non si andava in pizzeria e non si mangiava la pizza, ma si andava in un osteria vicina a casa dove facevano delle squisite pizzette ma mai mangiarne più di due se no si spendeva troppo. Se si andava a trovare mia sorella lui dava sostanziose mance ai miei nipoti, ma appena partiti mi faceva il conto di quanto gli fosse costato quel viaggio e poco importa se trnava a casa con giacche nuove e camice regalate da mia sorella.

Quando dopo un anno ho ricominciato a lavorare mi sono ripresa la mia vita ed ho organizzato due viaggi , uno dei quali non ha approvato, anzi continuava a chiedersi il perchè di una spesa inutile per l'Africa a farela volontaria senza tornare con del denaro ma addirittura lasciarlo a quei negri. Una volta tornata mi ha mandato via di casa, ero felice finalmente avevo ottenuto la mia libertà.

Mai più vivere con un uomo mai più farmi umiliare e mai più farmi mantenere. Io sono quella che ha subito ma che è anche riuscita ad andarsene dando l'illusione a questo piccolo uomo di avermi cacciata. No. non avevo paura ma quello che ho subito in quegli anni mi ha portata ad avere nausea delle pulizie domestiche e dell'ordine. Da quel momento ho smesso di avere rapporti affettivi con gli uomini perchè, nel frattempo avevo capito che l'amore che avevo da dare era immenso e l'Africa lo è.

Donne non abbiate paura di andarvene, non siete sole anche se è così, se potete scappate da un amica o attaccatevi ad un p.c. e chiedete aiuto in rete, ma non lasciate che i vostri uomini distruggano la vostra vita, davvero non lo meritano.
Nel primo mese di quest'anno sono state uccise 5 donne,, smettiamo di avere paura e scappiamo dove non possono trovarci e denunciamo e facciamo in modo che questo stato maschio si prenda le sue responsabilità invece di consigliarci di restare a casa la sera. Non siamo ombre, siamo donne.